Archivio Blog Cerchiamodenise - Gennaio - Dicembre 2014

Mercoledì, Dicembre 25, 2014
Sito Ufficiale: www.cerchiamodenise.it - MISSING Denise Pipitone "Aiutaci a Trovarla" " Help us find her" " Nous aider à trouver" - Denise è Nata/Born on/Née le il 26/10/2000, Scomparsa/Disappearance/Disparue dal 01/09/2004 a Mazara del Vallo, (TP) Italy - Per informazioni utili/For useful information: 0039 340 5403309 - Official Web Site: www.cerchiamodenise.org - email: aiutiamo@cerchiamodenise.it / aiutiamo@cerchiamodenise.org - Website: www.missingkids.it - In caso di avvistamento, rivolgersi subito al più vicino posto di commissariato dei Carabinieri (112) o di Polizia (113)./If you think you have seen her, please immediately contact your nearest Police Station./Si vous reconnaissez Denise, adressez-vous au plus vite au poste de Police le plus proche.- Denise ha Bisogno di Noi!!
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giovedì 2 gennaio 2014
DENISE SEI NEI NOSTRI CUORI E NELLA NOSTRA MENTE SEMPRE. TI ASPETTIAMO

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venerdì 3 gennaio 2014
Missing Denise "QR-CODE". Scaricate l'immagine sul vostro SMARTPHONE. Inoltrate / diffondete ai vostri contatti. Grazie


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sabato 25 gennaio 2014
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sabato 25 gennaio 2014
NOI CONTINUEREMO A CERCARE DENISE AIUTA ANCHE TU !
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giovedì 30 gennaio 2014
Missing Alessia & Livia, Angela Celentano.......
Sono trascorsi 3 anni dalla loro scomparsa..... Missing Alessia & Livia


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Missing Angela Celentano. Dove sei?
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venerdì 31 gennaio 2014
I bambini scomparsi vanno cercati NO dimenticati. Grazie

I figli sono un pezzo della tua vita di cui non ne puoi fare a meno, anche chi non è madre ama come tale. I figli non appartengono alla nazione là dove sono nati, sono TUTTI FIGLI NOSTRI!! I bambini scomparsi vanno cercati NO dimenticati. Grazie (PM)
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venerdì 14 febbraio 2014
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venerdì 14 febbraio 2014
Caso Denise Pipitone: fissata udienza in Corte di Appello
Caso Denise Pipitone: fissata udienza in Corte di Appello nel processo contro Jessica Pulizzi il 18 aprile 2014.

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Caso Denise: processo d'appello per Jessica Pulizzi, il 18 aprile prima udienzaPalermo, 15 feb. - (Adnkronos) - Dopo l'assoluzione in primo grado, si apre il processo di secondo grado a Jessica Pulizzi, la sorellastra per parte di padre di Denise Pipitone, scomparsa nel nulla a Mazara del Vallo (Trapani) il primo settembre del 2004, quando aveva poco meno di quattro anni. La prima udienza davanti la Corte d'appello di Palermo è stata fissata per il 18 aprile. Per Jessica Pulizzi i pubblici ministeri avevano chiesto la condanna a 15 anni di carcere, ma lo scorso giugno il Tribunale di Marsala la assolse dall'accusa di concorso nel sequestro della bimba.
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martedì 25 febbraio 2014
DENISE TI STIAMO CERCANDO TI RICONOSCI IN QUESTE FOTO? TI RICORDI?
DENISE TI RICORDI? TI RICONOSCI IN QUESTE FOTO? TI STIAMO CERCANDO!! CHIEDI AIUTO ALLE AUTORITA' DEL POSTO, O CHIAMA IL (112) O (113)
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martedì 4 marzo 2014
MISSING DENISE PIPITONE (Condividi anche tu! Fate girare in rete) DENISE TI RICORDI DELLE CANZONCINE CHE CANTAVI?
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sabato 8 marzo 2014
Avv. Frazzitta Giacomo: Riflessioni di un avvocato: "caso Denise" in vista dell'udienza del 18 aprile prossimo in Appello a Palermo
08/03/2014 - AVV. Giacomo Frazzitta Legale di Piera Maggio, scrive dal suo profilo FB.
Riflessioni di un avvocato: "caso Denise" in vista dell'udienza del 18 aprile prossimo in Appello a Palermo vi racconto la sentenza e i motivi che hanno indotto i giudici di Marsala ad assolvere Pulizzi Jessica.
"La sentenza in questa sede gravata, pur dando atto “…di una qualche forza probatoria individuabile : A) nel movente del delitto, costituito dal sentimento di rancore maturato dal’imputata nei confronti del padre Pietro Pulizzi e/o di Pietra Maggio; B) nelle false dichiarazioni rese da Jessica Pulizzi agli investigatori – nei due giorni successivi alla sparizione di Denise – quando fu sentita nella qualità di ” persona informata sui fatti “; C) nella conversazione captata all’interno del commissariato nel corso della quale l’imputata, forse, rivelò alla madre alcune fasi del delitto”( cfr. sentenza fg.262) ha, tuttavia, escluso la responsabilità di Jessica Pulizzi poiché : “il costrutto accusatorio: è connotato da forte ambiguità; è sorretto da un numero modesto di elementi indiziari,caratterizzato da non trascurabili momenti di inverosimiglianza; convive con molteplici ipotesi alternative.” ( cfr. sentenza fg. 266)
Il ragionamento logico-giuridico dei Giudici di prime cure nel pervenire a siffatte apodittiche conclusioni, si snoda attraverso i punti di seguito richiamati.( continua al prossimo post)

***
12/03/2014 - Caso Denise: continua analisi della sentenza proposta con l'appello di Parte civile :
Orario del sequestro della minore Denise Pipitone. Secondo il Tribunale : "L’istruttoria non ha consentito di individuare elementi che consentano di ancorare con certezza il momento della scomparsa di Denise all’uno o all’altro dei periodi individuati.”(cfr. fg. 36)
A tal proposito il Tribunale reputa possibile una ipotesi sul rapimento della minore Denise Pipitone, ossia che:“Jessica Pulizzi, con decisione improvvisa ed occasionale e, comunque, senza alcuna preordinazione ed organizzazione, passando casualmente lungo la via La Bruna, abbia visto Denise sola in strada e in quel momento abbia deciso di prelevarla ( con il proprio scooter) e portarla altrove. E’ essenzialmente su tale ultima ricostruzione ipotetica – d’ora innanzi da assumersi quale “fatto ignoto” oggetto di accertamento – che dovrà soffermarsi l’attenzione, coerentemente del resto con gli esiti di altre acquisizioni cui si è pervenuti . Infatti da un lato, appare incongrua con la preordinazione del delitto e con l’avvicinarsi del momento della sua realizzazione la circostanza che Jessica Pulizzi la mattina del I° settembre 2004 fu impegnata in azioni quotidiane, ( acquisto indumenti; prelievo ematico; iscrizione a scuola), neppure in grado di porsi quali “alibi” rispetto al fatto delittuoso; sotto altro profilo, risulta coerente solo con l’ipotesi della mancata preordinazione del delitto uno dei (pochi) dati indiziari acquisiti nel corso dell’istruttoria.
Ci si riferisce alla conversazione nella quale Jessica avrebbe confessato alla madre di aver prelevato Denise insieme ad Alice allo scopo di condurla al cospetto del padre Pietro Pulizzi che però, in quel momento si trovava al lavoro “ (Cfr. sentenza fg. 49)
8. Le ragioni che portarono Jessica a nutrire sospetti sulla vita sentimentale del padre indicate dall’imputata nell’esame sono :
"il padre di una sua compagna riferì di aver visto il Pulizzi in una strada di campagna in auto con una donna;
casualmente si trovò nella clinica dove era ricoverata Piera Maggio e un’infermiera le riferì che sua madre aveva appena partorito una bimba e che il padre Pietro Pulizzi era andato poco prima a visitarla;
Aveva avuto modo di leggere degli sms provenienti da una donna indicata con il nominativo di “Cucciola”;
di essere stata condotta dal padre nell’erboristeria dove lavorava Piera Maggio e che in quella occasione, per la confidenza manifestata tra i due, sospettò dell’esistenza della relazione sentimentale;
di aver letto un sms conservato nella memoria del padre in cui il mittente scrveva : “Denise ha la febbre”. ( cfr. fg 62-63)
9. "In realtà ad essere dimostrato non è una conoscenza certa quanto piuttosto l’esistenza di valide ragioni di sospetto….ciò che risulta comunque significativo sul piano probatorio ai fini della ricostruzione del movente è la circostanza che essa avesse manifestato ripetutamente all’esterno i suoi forti sospetti e i suoi dubbi consistenti." ( cfr. sentenza fg. 64-65)
10. In relazione ad Anna Corona i testi - tutti appartenenti al nucleo familiare Maggio/ Pipitone- hanno riferito di plurimi comportamenti ( percepiti come) aggressivi e minacciosi che costituirebbero i segnali del rancore e del sentimento di vendetta che animava la donna nei confronti di Pietra Maggio . ( cfr. fg. 66)
11. Episodi riguardanti Jessica Pulizzi, quali telefonate di minaccia a Pietra Maggio, Pedinamenti, ingiurie, taglio delle gomme dell’auto di Pietra Maggio e atteggiamenti ostili mostrati nei confronti di Denise ; (Cfr. sentenza da fg. 74 a fg. 78)
12. La verifica dell’attendibilità dei testi che hanno narrato gli episodi appena descritti tratti tutti dai ricordi dei familiari di Denise Pipitone nella sostanza concordano con le dichiarazioni di Jessica Pulizzi e Anna Corona ……nondimeno le incongruenze sembrano essenzialmente frutto di un (pre)giudizio in ordine al coinvolgimento di Jessica Pulizzi e della madre Anna Corona nel delitto ……attribuendo ex post ad ogni loro comportamento – anche quelli privi di significato- una valenza premonitrice dell’azione che sarebbe in seguito commessa ai danni di Denise Pipitone . (Cfr. sentenza fg. 79) ( continua al prossimo post)

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28/03/2014 - Dal profilo fb, dell'avv. Frazzitta Giacomo.
Caso Denise: continua pubblicazione parti dell'appello proposto da Piera Maggio e parti della sentenza di assoluzione di Jessica Pulizzi: "Appare quanto mai distonico, sotto il profilo logico, considerare, come hanno fatto i primi Giudici, che gli sguardi “storti” lanciati dall’imputata possano essere “il frutto di un plausibile ( e, forse, inevitabile) "contegno" non essendo esigibile nei confronti di una persona adolescente …….reprimere un sentimento di curiosità e da impedirle di soffermarsi con lo sguardo su chi sospetti essere sua sorella”.
Ammissibile potrebbe apparire tale comportamento, se non fosse costellato da tutte le altre inequivocabili condotte, penalmente rilevanti, quali:
- i disturbi telefonici;
- le ingiurie per strada;
- le minacce telefoniche;
- i pedinamenti all’uscita dal lavoro di Piera Maggio;
- i ripetuti passaggi diretti ad osservare insistentemente la piccola Denise nei pressi del domicilio di via D. La Bruna;
- il taglio delle ruote;
sequela di condotte che, certamente, si caratterizza, per un unico obbiettivo, rendere la vita impossibile a Piera Maggio .
A tal proposito, è inesatto sostenere che Piera Maggio non reagiva alle vessazioni di Jessica, tranne che in alcuni episodi in cui la giovane Jessica ha superato di molto il limite.
Infatti, Piera Maggio, ha riferito di essersi rivolta alla cognata, di Anna Corona, Giovanna Marino, nonchè più volte a Piero Pulizzi, ma in ogni caso il “contegno” – correttamente utilizzando questo vocabolo, che etimologicamente ha una accezione positiva del comportamento, in questo contesto grammaticale e non anche in quello utilizzato in sentenza, perché in ogni caso non può definirsi “contegno” quello di Jessica Pulizzi - tenuto da Piera Maggio in tutte le occasioni provocate da Jessica era di indifferenza per evitare di dare adito a ulteriori e ben più gravi episodi, anche se ciò non è servito a nulla .
La regola di esperienza, in casi simili, conferma che molte delle persone che subiscono i comportamenti vessatori, anche silenziosamente vessatori, non reagiscano né pongano in essere cautele particolari - per esempio per strada - proprio per evitare l’acuirsi degli stessi .

Orbene le sopradescritte condotte non incorrono, certamente, nel rischio di essere suggestive essendo circostanziate, caratterizzate da comportamenti univocamente diretti ad ossessionare Pietra Maggio e i suoi familiari, elementi questi che secondo ormai regole di esperienza consolidate perimetrano le c.d. relazioni “malate” scaturenti da separazioni non elaborate .
In Sentenza si legge : Anche qui sempre allo scopo di rimuovere il rischio di incorrere in suggestioni devianti riguardo all’”intensità” ed “eccezionalità” di tali sentimenti deve sottolinearsi la radicale ed evidente eterogeneità – sui concorrenti piani della gravità e dei beni giuridici lesi ( le ruote di un’ autovettura; la libertà/vita di una bambina) – tra l’azione delittuosa confessata dall’imputata e quella oggetto di accertamento in questo procedimento. Sotto questo profilo, sussiste una tale sproporzione tra i due episodi che non è consentito trarre dal primo un sicuro indice di quella capacità criminale e di quella potenza emozionale che inevitabilmente costituirebbero il substrato psichico per la realizzazione dell’altro.
( cfr. sentenza fg. 84-87 )
Quindi secondo i primi Giudici non è consentito trarre da quelle condotte “un sicuro indice di quella capacità criminale” idonea a commettere il reato ben più grave del sequestro di Denise.
Non può non rilevarsi un ragionamento miope nella misura in cui soccorrono, al riguardo, le regole di esperienza che, dal 2004 a oggi hanno condotto il Legislatore a rivalutare questi “comportamenti anomali”, apparentemente innocui, che nella maggior parte dei casi, sono sfociati in omicidi del partner e in delitti estremamente allarmanti ( famiglie intere sterminate dai vicini di casa), tipicizzando tali condotte con una fattispecie specifica quale ad esempio l’art. 612 bis c.p., ulteriormente aggravato, recentemente, con una novella varata con il c.d. pacchetto sicurezza dell’agosto 2013 .
Tutto questo appare indispensabile per inquadrare, nella corretta visione e all’interno dell’alveo della persecuzione ossessiva, il numeroso e circostanziato elenco di condotte e comportamenti che il dibattimento ci ha consegnato .
I Giudici hanno bollato come “penalmente insignificante” la condotta di Anna Corona, sminuendo, i plurimi comportamenti, della stessa, essenzialmente, nella divulgazione di un segreto. ( continua)
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domenica 9 marzo 2014
PIERA MAGGIO: RIVOGLIO MIA FIGLIA!!

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venerdì 14 marzo 2014
DENISE, TI RICORDI DELL'ANGELO SERAFINO IL TUO COMPAGNO DI GIOCHI CON CUI RECITAVI LE PREGHIERINE ?
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venerdì 21 marzo 2014
Mazara del Vallo: Il ricordo di Denise Pipitone dimenticato nella “Villa al mare”
Il ricordo di Denise Pipitone dimenticato nella “Villa al mare”


Fa certamente molta sensazione e fa riflettere quel cartello quasi per terra che campeggia davanti a quell'alberello, molto trascurato, dedicato alla piccola Denise Pipitone scomparsa l'1 Settembre 2004 davanti alla sua abitazione di via
Domenico La Bruna. Teatro dello scempio è la villa Jolanda, una delle due ville in città.
Quell'alberello ed il cartello augurante il buon compleanno a Denise Pipitone fu piantato nel 2006 in occasione del sesto compleanno della piccola, un ricordo voluto dai suoi compagni di scuola.
L'inciviltà di qualcuno in questi anni ha prodotto i suoi effetti tanto che la stessa Piera Maggio, madre di Denise, dichiarò: in un'occasione: "la città non dimentica Denise, anche se alcuni gesti mi fanno molto riflettere, vedi una stella in pietra, donatami e collocata nell'alberello dedicato a Denise, a villa Jolanda, però rubata dopo qualche giorno". Beh cara Piera Maggio non siamo d'accordo, forse sarebbe meglio dire, e lo facciamo con molta tristezza ed anche rabbia, che la Città si ricorda di Denise Pipitone solo il 1 settembre di ogni anno, per ricordarne la scomparsa, e solo il 26 ottobre, per ricordarne il compleanno.
Quanto è evidente nella villa comunale è un ottimo indicatore dell'attenzione prestata al caso, mai risolto, della piccola Denise. Certamente vanno da stigmatizzare i vandali, chissà forse gli stessi che hanno rotto alcuni vasi in ceramica animati –come sottolineato dal primo cittadino- da motivi politici, ma nessuno si è accorto delle condizioni di quel cartello (vedi foto), ormai arrugginito (assicuriamo che stavolta non è colpa dello scirocco che ci lascia tranquilli da giorni), e dell'alberello? Abbiamo notato che le stesse condizioni persistono da mesi.
Eppure quasi ogni mattina una squadra di operai comunali sembra impegnata a pulire e potare le piante della stessa villa, definita pochi anni fa dal sindaco Cristaldi la "villa al mare" perché appunto davanti alla "spiaggia in città".
Possibile che nessuno si sia accorto di questo scempio ed atto ignobile, possibile che nessuno (anche fra i molti attenti su facebook a rapportare commenti etc.) abbia riferito al primo cittadino dell'accaduto? Insomma la stessa disattenzione prestata quando nella parte anteriore del vicino Arco Normanno comparvero alcune scritte con lo spray; anche allora le istituzioni lo vennero a sapere a mezzo stampa. (Fonte: PrimaPagina Mazara) 21-03-2014 8,40

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DAL PROFILO UFFICIALE FB ===> www.facebook.com/missing.d.mp Piera Maggio ha risposto:
Grazie, per aver portato alla luce quello che NOI abbiamo sempre notato negli anni, e che ci ha fatto male, tanto da decidere di fare finta che questo luogo Dedicato a Denise, non esistesse.

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domenica 23 marzo 2014
Piera Maggio e Piero Pulizzi: “Denise va ricordata coi fatti e non solo a parole” Denise non va solo ricordata....
Piera Maggio e Piero Pulizzi: “Denise va ricordata coi fatti e non solo a parole”
Denise non va solo ricordata, va invece tenuta l'attenzione dovuta ad una bambina scomparsa, no morta". Il processo d'appello legato alla vicenda del suo presunto rapimento inizierà il 18 aprile a Palermo.

Piera Maggio e Piero Pulizzi: “Denise va ricordata coi fatti e non solo a parole”
"Noi abbiamo sempre notato negli anni e che ci ha fatto male, tanto da decidere di fare finta che questo luogo dedicato a Denise, non esistesse". Questo è quanto affermato da Piera Maggio e Piero Pulizzi (entrambi in foto), madre e padre della piccola Denise Pipitone,
a seguito della nostra pubblicazione lo scorso 21 marzo di un articolo relativo alle cattive condizioni del cartello e dell'alberello, presso la centralissima Villa Jolanda, dedicato appunto alla bambina scomparsa l'1 Settembre 2004 davanti alla sua abitazione di via Domenico La Bruna.
L'alberello ed il cartello augurante il buon compleanno a Denise Pipitone fu piantato il 26 ottobre 2006 in occasione del sesto compleanno della piccola, un ricordo voluto dai suoi compagni di scuola. Da mesi si trova in stato di evidente abbandono l'aiuola che dovrebbe ricordare la scomparsa della piccola Denise Pipitone.
Già alcuni anni fa ignoti rubarono una stella in pietra donata e collocata vicino lo stesso alberello di villa Jolanda. Non ci si spiega come mai nessuno dei diversi operai comunali che quotidianamente sono impegnati nella pulizia della stessa villa comunale non abbiano notato le cattive condizioni di quel cartello, ormai arrugginito e dell'alberello (foto 2).
Così Piera Maggio e Piero Pulizzi hanno dichiarato: "volutamente non abbiamo più parlato di questo luogo; credeteci ci ha fatto tanto male vedere la trascuratezza e l'incuria di quel posto, figuratevi che un paio di mesi fa l'albero si stava strozzando con un filo di ferro che un tempo era conficcato nel terreno. Se al ricordo di Denise, per le istituzioni solo l'1 settembre quando scomparsa, ed il 26 ottobre, giorno del suo compleanno, seguissero anche i fatti sarebbe anche meglio e lodevole. Comunque –hanno concluso- Denise non va solo ricordata, va invece tenuta l'attenzione dovuta ad una bambina scomparsa, no morta". Il processo d'appello legato alla vicenda del suo presunto rapimento inizierà il 18 aprile a Palermo.
23-03-2014 11,50 Fonte: Primapaginamazara.it

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venerdì 28 marzo 2014
Dal profilo fb, dell'avv. Frazzitta Giacomo. Caso Denise: continua pubblicazione parti dell'appello proposto da Piera Maggio.......


Dal profilo fb, dell'avv. Frazzitta Giacomo.
Caso Denise: continua pubblicazione parti dell'appello proposto da Piera Maggio e parti della sentenza di assoluzione di Jessica Pulizzi: "Appare quanto mai distonico, sotto il profilo logico, considerare, come hanno fatto i primi Giudici, che gli sguardi “storti” lanciati dall’imputata possano essere “il frutto di un plausibile ( e, forse, inevitabile) "contegno" non essendo esigibile nei confronti di una persona adolescente …….reprimere un sentimento di curiosità e da impedirle di soffermarsi con lo sguardo su chi sospetti essere sua sorella”.
Ammissibile potrebbe apparire tale comportamento, se non fosse costellato da tutte le altre inequivocabili condotte, penalmente rilevanti, quali:
- i disturbi telefonici;
- le ingiurie per strada;
- le minacce telefoniche;
- i pedinamenti all’uscita dal lavoro di Piera Maggio;
- i ripetuti passaggi diretti ad osservare insistentemente la piccola Denise nei pressi del domicilio di via D. La Bruna;
- il taglio delle ruote;
sequela di condotte che, certamente, si caratterizza, per un unico obbiettivo, rendere la vita impossibile a Piera Maggio .
A tal proposito, è inesatto sostenere che Piera Maggio non reagiva alle vessazioni di Jessica, tranne che in alcuni episodi in cui la giovane Jessica ha superato di molto il limite.
Infatti, Piera Maggio, ha riferito di essersi rivolta alla cognata, di Anna Corona, Giovanna Marino, nonchè più volte a Piero Pulizzi, ma in ogni caso il “contegno” – correttamente utilizzando questo vocabolo, che etimologicamente ha una accezione positiva del comportamento, in questo contesto grammaticale e non anche in quello utilizzato in sentenza, perché in ogni caso non può definirsi “contegno” quello di Jessica Pulizzi - tenuto da Piera Maggio in tutte le occasioni provocate da Jessica era di indifferenza per evitare di dare adito a ulteriori e ben più gravi episodi, anche se ciò non è servito a nulla .
La regola di esperienza, in casi simili, conferma che molte delle persone che subiscono i comportamenti vessatori, anche silenziosamente vessatori, non reagiscano né pongano in essere cautele particolari - per esempio per strada - proprio per evitare l’acuirsi degli stessi .

Orbene le sopradescritte condotte non incorrono, certamente, nel rischio di essere suggestive essendo circostanziate, caratterizzate da comportamenti univocamente diretti ad ossessionare Pietra Maggio e i suoi familiari, elementi questi che secondo ormai regole di esperienza consolidate perimetrano le c.d. relazioni “malate” scaturenti da separazioni non elaborate .
In Sentenza si legge : Anche qui sempre allo scopo di rimuovere il rischio di incorrere in suggestioni devianti riguardo all’”intensità” ed “eccezionalità” di tali sentimenti deve sottolinearsi la radicale ed evidente eterogeneità – sui concorrenti piani della gravità e dei beni giuridici lesi ( le ruote di un’ autovettura; la libertà/vita di una bambina) – tra l’azione delittuosa confessata dall’imputata e quella oggetto di accertamento in questo procedimento. Sotto questo profilo, sussiste una tale sproporzione tra i due episodi che non è consentito trarre dal primo un sicuro indice di quella capacità criminale e di quella potenza emozionale che inevitabilmente costituirebbero il substrato psichico per la realizzazione dell’altro.
( cfr. sentenza fg. 84-87 )
Quindi secondo i primi Giudici non è consentito trarre da quelle condotte “un sicuro indice di quella capacità criminale” idonea a commettere il reato ben più grave del sequestro di Denise.
Non può non rilevarsi un ragionamento miope nella misura in cui soccorrono, al riguardo, le regole di esperienza che, dal 2004 a oggi hanno condotto il Legislatore a rivalutare questi “comportamenti anomali”, apparentemente innocui, che nella maggior parte dei casi, sono sfociati in omicidi del partner e in delitti estremamente allarmanti ( famiglie intere sterminate dai vicini di casa), tipicizzando tali condotte con una fattispecie specifica quale ad esempio l’art. 612 bis c.p., ulteriormente aggravato, recentemente, con una novella varata con il c.d. pacchetto sicurezza dell’agosto 2013 .
Tutto questo appare indispensabile per inquadrare, nella corretta visione e all’interno dell’alveo della persecuzione ossessiva, il numeroso e circostanziato elenco di condotte e comportamenti che il dibattimento ci ha consegnato .
I Giudici hanno bollato come “penalmente insignificante” la condotta di Anna Corona, sminuendo, i plurimi comportamenti, della stessa, essenzialmente, nella divulgazione di un segreto. ( continua)

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02 aprile 2014 - Caso Denise : prosegue pubblicazione atto di appello proposto da Piera Maggio : "A sostegno di queste valutazioni il Primo Decidente si adagia acriticamente sulle dichiarazioni della Pulizzi Jessica e sul riscontro che ne dà la sorella Alice, giungendo ad affermare che “la normalità quotidiana” raccontata dalla Pulizzi - ma non riscontrata altrimenti, aggiunge lo scrivente, - “appare incongrua con la preordinazione del delitto e con l’avvicinarsi del momento della sua realizzazione la circostanza che Jessica Pulizzi la mattina del I° settembre 2004 fu impegnata in azioni quotidiane, ( acquisto indumenti; prelievo ematico; iscrizione a scuola), neppure in grado di porsi quali “alibi” rispetto al fatto delittuoso”( cfr. sentenza fg 49).
Con questa affermazione i primi Giudici danno conferma che l’intento difensivo di Jessica Pulizzi è stato raggiunto poiché è proprio questo suo “normale” svolgersi quotidiano delle faccende che, se da un lato secondo i Giudici non è idoneo a dare un alibi , dall’altro, però, consente di dimostrare la sua non colpevolezza, proprio per la normale sequela di incontri e disbrigo di affari domestici che mal si concilia con il grave evento che quella mattina avrebbe commesso.
Ma ciò non di meno, potrebbe avere una suo fondato motivo di essere se, i fatti narrati dall’imputata trovassero un riscontro obbiettivo nelle testimonianze dei vari testimoni, in caso contrario va considerato mendace il racconto che la stessa propone di quella mattina .
In primo luogo, va considerato che Jessica Pulizzi venne sentita il 2 e il 3 settembre del 2004 dando una versione totalmente mendace , ma secondo i Giudici del Tribunale ciò è dipeso dalla giovane età, 17 anni, e dall’ “immaturità del comportamento tenuto dalla Pulizzi ( così come emerge dalle conversazioni intercettate all’interno del commissariato) nel confrontarsi con la gravità del delitto e con i rischi di un suo coinvolgimento nelle indagini.”
Davvero si stenta a comprendere il percorso logico dei Giudici, in contro tendenza rispetto alle regole di esperienza millenarie di valutazione delle dichiarazioni reticenti e mendaci rese nell’immediatezza dalle persone informate dei fatti, la cui posizione subito dopo si aggrava.
Inoltre, non si considera che essendo all’epoca minorenne vi era la presenza di un prossimo congiunto nelle due occasioni in cui è stata escussa. Infatti, il 2 settembre vi era presente la nonna materna e il 3 settembre Anna Corona che viene anch’ella sentita nella medesima occasione, per cui ciò avrebbe dovuto indurre la stessa a far riflettere la figlia su quanto effettivamente compiuto nella giornata del I° settembre .
Inoltre, se Jessica Pulizzi è immatura per cogliere il valore della sua dichiarazione mendace in relazione alla gravità del delitto e ai rischi connessi di un suo coinvolgimento, appare contraddittorio il fatto che i Giudici affermino, allorquando si riferiscono al movente, che vi è sproporzione tra l’eccezionalità dell’evento e le condotte che la stessa aveva posto in essere precedentemente contro Piera Maggio .
Si accostano i due punti motivazionali in forte contraddizione :

Anche qui sempre allo scopo di rimuovere il rischio di incorrere in suggestioni devianti riguardo all’”intensità” ed “eccezionalità” di tali sentimenti deve sottolinearsi la radicale ed evidente eterogeneità – sui concorrenti piani della gravità e dei beni giuridici lesi ( le ruote di un’ autovettura; la libertà/vita di una bambina) – tra l’azione delittuosa confessata dall’imputata e quella oggetto di accertamento in questo procedimento. Sotto questo profilo, sussiste una tale sproporzione tra i due episodi che non è consentito trarre dal primo un sicuro indice di quella capacità criminale e di quella potenza emozionale che inevitabilmente costituirebbero il substrato psichico per la realizzazione dell’altro.
( cfr. sentenza fg. 84-87 )

“immaturità del comportamento tenuto dalla Pulizzi ( così come emerge dalle conversazioni intercettate all’interno del commissariato) nel confrontarsi con la gravità del delitto e con i rischi di un suo coinvolgimento nelle indagini” ( cfr. sentenza fg. 172 -173)
La contraddizione motivazionale appare in tutta la sua amplificata evidenza, perché se l’imputata da un lato per i Giudici è immatura per cogliere il senso della gravità delle mendaci dichiarazioni e nel confrontarsi, in tal senso, con il delitto e allora, a maggior ragione, per altro verso, è immatura al punto da non cogliere la gravità del gesto da lei commesso, ergo è possibile trarre dalle condotte poste in essere prima del sequestro della piccola Denise un sicuro indice di quella capacità criminale, rilevabile appunto nell’immaturità .
......
Orbene, le dichiarazioni mendaci dei primi due giorni compromettono alla genesi la credibilità di Jessica Pulizzi, al di là della valutazione sull’immaturità dell’imputata che, in ogni caso, se presa in considerazione deve essere valutata applicandola come parametro di misura in ogni momento del suo comportamento.
Né tanto meno l’”immaturità” può influenzare positivamente la condotta dell’imputata, divenendone giustificazione.
A questo punto, va fatto un passo alla volta e, va precisato che Anna Corona venne escussa dai Carabinieri il 1 settembre 2004 e il 3 settembre 2004 dai Pubblici Ministeri e dal Capitano dei Carabinieri presso la Stazione di Mazara del Vallo .
La figlia Jessica Pulizzi venne escussa il 2 settembre del 2004 dagli agenti del Commissariato di P.S. e il 3 settembre del 2004 dai Pubblici Ministeri e dal Capitano dei Carabinieri presso la stazione di Mazara del Vallo.
Ordunque, secondo le regole di esperienza e, in considerazione del particolare rapporto che vi era tra madre e figlia, se la minore Jessica, interrogata da due magistrati e da diversi Carabinieri, non coglie, per la sua immaturità, il senso di quello che le sta accadendo, tuttavia non può reputarsi verosimile che le due donne sentite ripetutamente nei giorni immediatamente seguenti non si comunicassero quanto da loro riferito agli inquirenti .
Orbene, la Corona Anna pur essendo, contemporaneamente, Jessica presso la caserma dei Carabinieri, per essere sentita dagli inquirenti nulla, dice sul I° settembre con riferimento a quanto fatto dalla figlia, né tanto meno, può apparire verosimile che la figlia, non abbia parlato con la madre su quanto da lei riferito agli inquirenti" . ( continua)
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04 aprile 2014 - Dal profilo FB, dell'avv. Giacomo Frazzitta.
Caso Denise: ecco cosa scrivono i Giudici sull'intervento delle forze dell'ordine a casa della Corona alle 15:30 del 1 settembre 2004:"Invece, in maniera completamente contraria alla corretta applicazione dei criteri di riscontro affermano: “Nessun valore probatorio può attribuirsi ai vaghi ricordi sul punto degli agenti di P.G. : al riguardo, appare implausibile che i testi, a distanza di otto anni e pur non avendo maturato alcuna incertezza sull’appartenenza dell’appartamento, abbiano conservato il ricordo di un gesto così marginale ( ed apparentemente ) insignificante, soprattutto ove si consideri il contesto di una rievocazione estremamente lacunosa e spesso reciprocamente contraddittoria” ( cfr. sentenza fg.207)
Orbene, appare in tutta la sua evidenza la parcellizzazione della valutazione indiziaria sul punto, non potendo residuare alcun dubbio che sia stata la Corona a farli entrare in quell’abitazione, avendolo confermato in udienza ed essendo stato riscontrato questo dato dai testimoni qualificati quali gli stessi agenti che vissero in prima persona la vicenda .
I primi Giudici, a questo punto dopo l‘analisi delle dichiarazioni dei verbalizzanti e della vicine di casa della Corona, ossia, Giacoma Pisciotta e la figlia Emanuela Di Giorgi proseguono lo sviluppo logico motivazionale schematizzando la vicenda come segue : “Occorre a questo punto soffermarsi, al fine di valutare le risultanze probatorie in ordine al supposto “raggiro” posto in essere da Anna Corona su tre aspetti significativi trattati dai testi di P.G. :
- le ragioni dell’incontro con la Corona …..
-sul soggetto che formulò la proposta di proseguire il colloquio all’interno dell’abitazione posta al pian terreno …..
-sull’attività di perlustrazione svolta all’interno di quell’appartamento, che se effettuata (peraltro con il consenso della Corona ) assumerebbe decisivo valore probatorio oltre che dell’erroneo convincimento in cui incorsero gli agenti di p.g. circa l’appartenenza dell’abitazione anche dei raggiri posti in essere dalla Corona.
In relazione al primo aspetto, Tumbiolo, Accomando e Di Girolamo hanno riferito di essersi recati a casa della Corona per ricercare la bambina scomparsa . ( cfr. Sentenza fg. 205).
Partendo dal primo dei quesiti posti dai Giudici su “le ragioni dell’incontro con la Corona “ il Tribunale reputa che la cronologia degli eventi porta a ritenere al contrario che gli agenti di P.G. si recano a casa di Anna Corona per cercare Piero Pulizzi, infatti, dapprima si erano recati nell’abitazione di quest’ultimo in via Valdemone non trovandolo, per cui giungono alla convinzione che : “Sotto questo profilo, più coerente appare la spiegazione offerta dalle altre persone presenti all’incontro, le quali hanno in sostanza affermato di aver compreso che quella visita s’inseriva nel contesto della ricerca ( non di Denise ma di ) Pietro Pulizzi. ( Cfr. sentenza fg. 207)
Questo passaggio della sentenza si caratterizza per una particolare miope pignoleria con riguardo alle ragioni che condussero quei poliziotti verso casa di Anna Corona .
Infatti nessun contributo possono offrire le persone presenti ossia ( Anna Corona, Jessica Pulizzi Giacoma Pisciotta e Emanuela Di Giorgi) in quanto gli agenti nello svolgimento delle loro funzioni, mantengono, proprio per le ragioni di segretezza investigativa, un qual certo rigore nello spiegare i motivi del loro intervento, questo ce lo insegna la regola di esperienza, per cui rilevare dalle dichiarazioni dei soggetti che erano oggetto della loro verifica le vere motivazioni del loro intervento appare illogico oltre che fuorviante .
Non bisogna perdere di vista il punto centrale della vicenda ossia che gli agenti apprendono a casa di Piera Maggio la vera paternità di Denise, per cui si recano a casa del Pulizzi, per cercare la bambina e non trovandolo giungono a casa di Anna Corona, ma oggetto della ricerca è sempre la bambina .
Tant’è che lo indicano anche nella annotazione di servizio redatta contestualmente ai fatti .
In quell’annotazione redatta il 2 settembre, si fa riferimento all’attività da loro svolta il 1° settembre, nel pomeriggio, e i testi tutti riferiscono quanto annotato ossia che si sono portati a casa di Anna Corona, dopo che non hanno trovato il Pulizzi nella propria casa, e “che la Corona li faceva accomodare in casa, dando modo di verificare che nell’interno non vi era la presenza della minore oggetto di ricerche.” ( Cfr Annotazione del 2 settembre del Commissariato di P.S. ) (Continua)
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04 aprile 2014 - Caso Denise: valutazioni conclusive dei Giudici sull'intervento delle forze dell'ordine a casa di Anna Corona : "Orbene la macroscopica contraddizione in cui inciampa il Tribunale viene estremizzata nelle sue conclusioni laddove afferma, fra l’altro che : “ …appare ben più plausibile che i ricordi (incerti e parziali) del Di Girolamo ( e degli altri operanti di P.G.) siano stati profondamente condizionati da esperimenti induttivi, tutti fondati sulle (false) premesse che (anche) in quei momenti essi erano impegnati nella ricerca della bambina . Ed invero appare ben più verosimile, per le ragioni già indicate, che essi in realtà stessero cercando Pietro Pulizzi, padre “occulto” della bambina e che neppure fossero ancora emersi i conflitti tra Anna Corona e Pietra Maggio.
Per le ragioni esposte, la circostanza sottoposta ad analisi deve ritenersi radicalmente incerta nella sua verificazione, così da dover essere del tutto estromessa nel complessivo ragionamento probatorio” ( Cfr. sentenza fg. 208-209) (ID EST !)

Quindi secondo i primi Giudici trattasi di “ ricordi condizionati da esperimenti induttivi, tutti fondati sulle (false) premesse”, questo giudizio potrebbe fondarsi su una sua ragione logica nel momento in cui non vi fosse l’ accertamento, indicato nell’annotazione descrittiva dell’attività del I° settembre svolta a casa di Anna Corona , di cui al rilievo urgente sui luoghi e sulle cose, avente funzione descrittiva di fatti e situazioni, compiuti in via d’urgenza, prima dell’assunzione della direzione delle indagini da parte del Pubblico ministero.

Ma se, oltre all’accertamento urgente, ci sono a distanza di 8 anni anche le testimonianze degli Ufficiali d P.G. provenienti dai due organismi Carabinieri e Polizia, che hanno partecipato alla attività irripetibile, si appalesa in tutta la sua incomprensibile erroneità in diritto e in fatto la “inaffidabilità di dati probatori” affermata dai Primi Giudici." ( continua)
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mercoledì 9 aprile 2014
DENISE TI STIAMO CERCANDO! IN QUESTA FOTO HAI MENO DI 4 ANNI......


DENISE TI STIAMO CERCANDO! IN QUESTA FOTO HAI MENO DI 4 ANNI, SEI IN BRACCIO ALLA TUA MAMMA PIERA. SE RIESCI A RICORDARE QUALCOSA METTITI IN CONTATTO CON NOI! CI MANCHI TANTO! (Condividi e fate condividere, in aiuto nella ricerca di Denise) Grazie anticipatamente per la collaborazione

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venerdì 11 aprile 2014
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sabato 12 aprile 2014
IL 18 A PALERMO, INIZIA IL PROCESSO DI APPELLO NEI CONFRONTI DELL'IMPUTATA JESSICA PULIZZI E GASPARE GHALEB.
VOGLIAMO DENISE LIBERA, VOGLIAMO GIUSTIZIA, I BAMBINI NON SI TOCCANO.....
DENISE PIPITONE: Venerdì 18 inizia in Corte di Appello a Palermo il Processo contro Pulizzi Jessica e Gaspare Ghaleb.
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mercoledì 16 aprile 2014
Caso Denise: Dal profilo fb, dell'avv. Giacomo Frazzitta. La motivazione dei Giudici di Marsala sulla frase di Jessica " quannu eru cu Alice a pigghiai e a casa c'ha purtà"

Caso Denise: Dal profilo fb, dell'avv. Giacomo Frazzitta.
Intanto venerdì 18 inizia in Corte di Appello a Palermo il Processo contro Pulizzi Jessica e Gaspare Ghaleb.
Caso Denise: vi posto la motivazione dei Giudici di Marsala sulla frase di Jessica " quannu eru cu Alice a pigghiai e a casa c'ha purtà" : Il Tribunale afferma : “…Jessica, nel momento in cui domanda alla madre della somiglianza di Denise al padre ( e a lei stessa), abbassa il tono della voce ( per il timore di essere ascoltata o intercettata) e rivela per la prima volata che “ quando ero con Alice ho preso ( n.d.r. la bambina) e a casa glielo ho portata ( n.d.r a papà).
A quel punto Anna Corona, dopo neppure un secondo, divenuta consapevole della gravità della situazione e, ritenendo di potere essere intercettata ( quindi intuendo di dovere occultare le inevitabili emozioni connesse alla confessione), senza cambiare tono della voce ripete la domanda formulata appena prima della rivelazione rispondendo e domandando nuovamente : “Va boh, ti dico, tu problemi cu Dio ci n’hai?”.
Dopo due-tre decimi di secondo Jessica, avendo intuito ciò che la madre gli sta implicitamente suggerendo (ovvero di “riprendersi” e continuare a fingere), alza nuovamente la voce e, cambiando argomento, afferma : “no però già lu dissi io quannu …era” ( Cfr. sentenza fg. 155)
L’ipotesi appena sposata dal Collegio fonda su due elementi, il primo riguardante l’argomento trattato dalle due donne inerente alla somiglianza tra Denise -Jessica-Pietro Pulizzi.
Questo argomento consente di far individuare alla frase, anche, il senso sottinteso riguardante il luogo dove avrebbe portato la bambina, ossia a casa del padre Pietro Pulizzi.
Il secondo elemento che depone, secondo il Tribunale, a sostegno di questa interpretazione è “il tono basso con cui Jessica pronuncia la frase, il quale costituisce il segno della volontà di non consentirne la percezione all’esterno. Sotto questo profilo, costituisce regola logica quella secondo la quale la volontà di nascondimento riveli l’esistenza di un qualcosa da occultare. Nel caso di specie, poiché l’argomento trattato in precedenza è la “somiglianza di Denise” e poichè i diversi contesti della conversazione ( il commissariato; i sospetti degli investigatori; le domande della madre) afferiscono tutti ad una bambina che è stata “prelevata e portata altrove”, l’operazione di occultamento potrebbe riguardare proprio una bambina “prelevata e portata al padre” .
Tuttavia, nonostante lo sviluppo logico argomentativo proposto dal collegio l’ipotesi appare secondo i Giudici “non anche di probabile o di altamente probabile verificazione” ( Cfr. sentenza fg. 156)
Infine l’ultima ipotesi che i Giudici prendono in considerazione è quella secondo cui, anche, solo l’omissione di una singola parola possa incidere in modo decisivo sul significato di una frase.
In questa visione, le espressioni utilizzate da Jessica in quella conversazione, caratterizzata da un contesto provocatorio in cui si muovevano le due interlocutrici, è possibile che :” lo strumento non sia riuscito a registrare un’espressione rivelatrice del riferimento che Jessica fece alle parole degli investigatori, con ciò offrendo un significato esplicito di quella frase radicalmente diverso da quello autentico ( n.d.r. mi ripetono continuamente che / come fanno a credere che / dicono che i testimoni mi hanno visto / dice che / dice : quando ero con Alice ho preso e a casa glielo ho portata) (cfr. sentenza 163-164)
Orbene, la forzata impostazione, che nell’apparato motivazionale, hanno dato i Giudici del Tribunale, fortemente caratterizzata da un’autoreferenzialità delle dichiarazioni dell’indagata o dal riscontro che queste hanno con la sorella e con la madre Anna Corona determina una interpretazione distorta di tutti gli elementi indiziari caratterizzati, invece, al contrario, da univoca e precisa capacità indiziaria nei confronti di Jessica Pulizzi .
Ciò che in questo caso rileva, per quanto concerne, la frase: “quannu eru cu Alice a pigghiai e a casa c’ha purta’ ”, è che tutti i Periti chiamati ad ascoltare e trascrivere la frase, nonché, i consulenti di parte, compresi quelli dell’imputata, non hanno contestato la frase che dunque è certamente stata profferita dall’imputata .
Si esclude, categoricamente, l’ultima delle ipotesi espressa dal Tribunale, ossia che Jessica si stesse riferendo a qualcosa che le era stato rimproverato o detto dagli inquirenti in un altro momento della giornata in Commissariato.
Su questa erronea interpretazione il Tribunale versa in motivazione ben 2 pagine e mezzo da fg. 161 a fg. 163 in cui elenca “tutte le frasi in cui Jessica fece riferimento a quanto le fu detto in quei momenti” .
Uno sforzo onestamente garantista, davvero encomiabile da parte dei Giudici, ma certamente inutile, poiché:
1. non conciliabile con le argomentazioni particolarmente sensibili trattate nella porzione di conversazione oggetto della frase incriminata ( la somiglianza con Denise e non, anche, come nelle altre parti, le accuse che le venivano rivolte );
2. non compatibile con l’abbassamento del tono della voce ( infatti, nelle altre porzioni riportate in sentenza non vi è un abbassamento del tono) , anzi a rigor di logica sarebbe stato opportuno da parte della Pulizzi alzare il tono per rivendicare l’ingiusta accusa ;
3. incoerente con la reazione della madre che, così come ha fatto per tutto il periodo in cui si trovava in Commissariato, si sarebbe dovuta indignare per una così infamante accusa ( al contrario ha una reazione contenuta diretta a fermare la figlia dal ripetere la frase ( va boh !!) ;
4. condotta dell’imputata e reazione della madre assolutamente incoerenti con altre parti della conversazione in cui, invece, al contrario le due donne fanno riferimento a fatti e situazioni che le venivano addebitate dagli inquirenti .
5. Infine, entrambe le donne, sentite in udienza non hanno mai dato questa spiegazione della frase, anzi, hanno escluso di averla sentita per cui appare quanto mai anomalo che se la frase fosse stata espressa riferendosi all’ ingiusta accusa di aver prelevato la bambina rivoltale dagli inquirenti, in tutti questi anni (prima di indagine e poi di processo) l’avrebbero in qualche maniera rammentato .
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giovedì 17 aprile 2014
VENERDI' 18, PROCESSO IN CORTE DI APPELLO A PALERMO I GENITORI DI DENISE, DICHIARANO...
IN PROSSIMITA' DEL PROCESSO IN CORTE DI APPELLO A PALERMO, PIERA MAGGIO E PIERO PULIZZI, DICHIARANO:
Mazara del Vallo 17 aprile 2014 - "Noi genitori di Denise, non vogliamo vendetta, vogliamo che i colpevoli del sequestro, abbiano la giusta condanna per l'azione mostruosa e disumana commessa.. confidiamo nell' appello e nella giustizia. A nessun bambino al mondo, va fatto del male"..chi ha sbagliato deve pagare..
Venerdì 18 in Corte di Appello a Palermo il Processo contro Pulizzi Jessica e Gaspare Ghaleb.

VOGLIAMO DENISE LIBERA, VOGLIAMO GIUSTIZIA, I BAMBINI NON SI TOCCANO...

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venerdì 18 aprile 2014
Caso Denise, Processo in Corte di Appello: ANCHE SE MOLTO STANCHI QUESTA ATTESISSIMA GIORNATA E' ANDATA...

Mazara del Vallo 18 aprile 2014 - ANCHE SE MOLTO STANCHI QUESTA ATTESISSIMA GIORNATA E' ANDATA, la corte si è riservata di decidere nell’udienza del 16 maggio se ammettere le prove che abbiamo richiesto. Gli avvocati dell'imputata Jessica Pulizzi, si erano opposti alle riprese audio/video, in particolare di alcune trasmissioni di servizio, invece la Corte ha ammesso le riprese televisive del processo dando una specifica motivazione, per “l'interesse sociale particolarmente rilevante alla conoscenza del dibattimento”, il “rilievo a carattere internazionale dato in passato alla scomparsa di Denise” e il riconoscimento del diritto di cronaca.
Un caro saluto a tutti (PM)
Video: http://youtu.be/waC93SkLEMI
18.04.2014 TG5 ore 20:00 Piera Maggio: " CHI SA PARLI " http://youtu.be/qLD5Tqlp7Sc
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sabato 19 aprile 2014
Caso Denise, processo di appello: LE PAROLE DEL LEGALE - "Crediamo nella giustizia.....


Adnkronos caso Denise: LE PAROLE DEL LEGALE - "Crediamo nella giustizia, oggi siamo qui per questo. La Procura generale di Palermo e la Procura di Trapani hano impugnato la sentenza di primo grado dopo avere letto le motivazioni, riteniamo che molti aspetti escludono moltissimi elementi che invece secondo noi devono far parte del coacervo probatorio". Lo ha detto all'Adnkronos l'avvocato Giacomo Frazzitta, legale di Piera Maggio, che aggiunge: "Non cerchiamo un colpevole ma il colpevole. Abbiamo la certezza di quale sia il bandolo della matassa, è chiaro che aspettiamo la conferma della giustizia. Noi ci aspettiamo la riforma della sentenza di assoluzione, siamo certi che la Corte d'appello di Palermo non lascerà nulla al caso e valuterà attentamente gli elementi a disposizone".
"Noi stiamo chiedendo di procedere alla rinnovazione dell'istruttoria dibattimentale per l'acquisizione dell’acquisizione del verbale di sommarie informazioni- spiega Frazzitta - rese al Commissariato di Mazara del Vallo da Jessica Pulizzi il 2 settembre 2004, al solo fine di attestare la presenza della nonna della minore ". Non solo. Il legale chiederà alla Corte d'appello presieduta da Raimondo Loforti l’acquisizione della annotazione di Polizia giudiziaria redatta il 2 settembre del 2004 da parte del Commissariato di Mazara del Vallo, "in quanto atto irripetibile". Si tratta della perquisizione in casa della vicina di Anna Corona, madre di Jessica Pulizzi, come sostiene la difesa di Piera Maggio.
Inoltre verrà chiesta l'escussione del teste Battista Della Chiave, il teste sordo che in primo grado si era avvalso della facoltà di non rispondere. Infine si chiederà una "nuova perizia sulla porzione di intercettazione tra Gaspare Ghaleb e Jessica Pulizzi della cassetta di registrazione "in considerazione del fatto che l’imputata, captata in altra intercettazione, afferma di aver profferito la parola “Picciridda” parlando con Ghaleb".

Palermo, 18 apr.- (Adnkronos) - Sono ammesse le riprese audio e video del processo d'appello per la scomparsa della piccola Denise Pipitone, la bambina di quattro anni di Mazara del Vallo di cui si sono perse le tracce dieci anni fa. Il legale dell'imputata Jessica Pulizzi, Gioacchino Sbacchi, ei era detta contrario a inizio udienza perche', a suo avviso, da parte della trasmissione 'Chi l'ha visto' di Rai 3 ci sarebbe un "pregiudizio" nei confronti della sorellastra di Denise sotto accusa per sequestro di minore. Il Presidente della Corte d'Apppello Dino Lo Forti ha invece accolto la richiesta dell'accusa e della difesa di parte civile per "l'interesse sociale particolarmente rilevante alla conoscenza del dibattimento, e cio' anche in considerazione del rilievo di carattere internazionale dato in passato alla scomparsa della bambina".

18.04.2014 TG5 ore 20:00 Piera Maggio: " CHI SA PARLI " http://youtu.be/qLD5Tqlp7Sc
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mercoledì 23 aprile 2014
“SOSTENIAMO DENISE CHIEDENDO INSIEME, LIBERTA’,